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UNA GITA, ANZI UN TREKKING, AL CASTELLACCIO DI LUCOLENA

pubblicato in: EVENTI, Percorsi trekking

18 ottobre 2025

Di Andrea Gigliotti.

È proprio una splendida giornata ottobrina quella che abbiamo fissato in agenda per questo trekking. A questo giro Giove Pluvio si trova impegnato in qualche altro angolo del mondo e non sui Monti del Chianti; in compenso aveva abbondantemente piovuto l’anno scorso, quindi, come si dice, “poggio e buca fan pari”!

A proposito di poggi, la destinazione di oggi prevede di salire ai ruderi del Castellaccio, passando da antiche strade o viottole immerse in boschi variopinti per la stagione autunnale, nella quasi selvaggia valle di Lucolena. Il percorso si snoda su sentieri storici principiando da una visita d’obbligo al vecchio castello di Lucolena (guelfo) dentro al paese, ma quasi invisibile per chi non lo sa, per finire ai ruderi dell’altro (ghibellino) abbandonato nel bosco.

Poi percorriamo la “Via della Posta” la direttissima montana per Greve in Chianti, detta anche “della Postina”, dedicando per questo, due parole a Maria, la moglie del portalettere che nel 1916 dovette partire per il fronte. Questa eroica signora di altri tempi andava tutti i giorni a piedi fino all’ufficio postale di Greve, dove la posta arrivava col trenino da Firenze e rientrava a Lucolena consegnando la posta ai suoi paesani; credo, ma è soltanto un mio pensiero, che prima sfogliasse trepidamente le buste, cercando la calligrafia di Ettore, per poi dopo compiere il suo dovere, come tante donne hanno fatto al posto dei mariti nel periodo della “Inutile strage”! A piedi, chilometri e chilometri tutti i santi giorni, portando notizie, uova, pacchetti, accompagnando bambini e quant’altro servisse alla comunità contadina di Lucolena.

Una storia bellissima anche perché, per fortuna, Ettore è tornato sano e salvo.

Poi, finito il primo tratto nel bosco, si prende per Greve, sulla strada bianca comunale. A un certo punto si scende di nuovo nel bosco, ma sulla via dei “Maremmi” un sentiero ombroso e ricco di sorgenti, che un tempo passava attraverso campi agricoli d’altura (siamo comunque sopra i seicento metri sul livello del mare) lavorati a terrazzamenti con grande fatica, dai mezzadri più indigenti. Era la strada che il Granduca aveva ufficializzato per i pastori transumanti che conducevano le greggi in Casentino oppure in Maremma, a seconda della stagione. Questi boschi silenziosi, abitati anche da creature ultracentenarie, daranno spunto alla nostra guida ambientale, Serena, per raccontare della quercia e del castagno, le varietà arboree prevalenti e poi finire con il pregiato “Marrone” di Lucolena, che troviamo salendo il tratto più difficile, quello che porta al Castellaccio; qui stanno i ruderi di quello che era un castello grandissimo che adesso giace addormentato da molto tempo. Un luogo affascinante, misterioso, abbandonato e smontato dall’uomo, usato come cava di pietre riutilizzate nelle campagne circostanti e chissà dove ancora. A questo punto sono io a raccontare un po’ di storia, visto che qualcuno mi definisce lo storico locale, pur non essendo veramente né una né l’altra cosa, ma solo un volontario appassionato cui piace raccontare quello che, per oltre venti anni, abbiamo fatto con la nostra Associazione, Gruppo San Michele, impegnati su questo sito e su altri del territorio grevigiano.

Ad ascoltare e porre domande curiose, se ne sta un bel gruppo di persone, in tutto una quindicina, di tutte le età, ben assortito tra nuovi amici e vecchia guardia, che ha recepito e apprezzato il tutto in armonia e in tranquillità, senza mai creare un contrattempo.

UNA GITA, ANZI UN TREKKING, AL CASTELLACCIO DI LUCOLENA

Una mattinata di sole tiepida e speciale, coronata dal pranzo a sacco che avevamo portato con noi e dal gradito contributo alimentare dell’amico Renzo di Radici in Chianti, che è pure riuscito a portare su una bottiglia di vino fresco con cui brindare.

Per finire in bellezza, scesa l’erta via che si affaccia a strapiombo sulla bella vallata del fiume Cesto, dove ora è la strada provinciale e prima passava l’antica via di comunicazione tra Firenze e Siena, incrociando di nuovo la Via dei Maremmi troviamo l’antica chiesa di San Cristoforo, protettore dei pellegrini (non a caso) ben mimetizzata tra le case contadine.

A questo punto torniamo al paese dove si tiene la storica festa delle Castagne, già brulicante di persone e qui la Proloco di Lucolena non ci fa mancare le promesse bruciate fatte coi dolcissimi marroni locali, accompagnate da un ottimo vin brulè!

Allora brindiamo alla salute e a questa bella giornata, con la promessa di rivedersi presto!