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Gli uccelli del torrente Arbia. Uno studio ornitologico del Chianti.

pubblicato in: Presentazioni di Libri

Di Martino Danielli.

Lo scorso 23 maggio nella splendida cornice della tenuta di San Polo in Rosso, nel cuore del Chianti Classico, si è svolta la presentazione del libro “Gli uccelli del torrente Arbia. Uno studio ornitologico nel Chianti”. Questo libro è il frutto di un monitoraggio dell’avifauna censita nel primo tratto del torrente Arbia, che dalla sua sorgente si sviluppa attraverso i comuni del Chianti storico (Castellina, Radda, Gaiole) fino al paese di Pianella. Questo tratto del torrente lungo 24 km si snoda attraverso un paesaggio suggestivo, caratterizzato da un aspetto selvaggio e in cui la presenza umana è oggi molto limitata, ma che tuttavia mostra ancora tracce del suo passato di importante fonte idrica per l’agricoltura attraverso i resti dei mulini ad acqua costruiti fin dal Medioevo e ormai in disuso. La loro presenza, così come quella delle sponde di vecchi muri e altre architetture abbandonate e ammantate dalla vegetazione, conferisce un aspetto particolare al paesaggio, dove si respira il connubio tra Uomo e natura che ha caratterizzato per secoli questo territorio, oggi contraddistinto da habitat ricchi di biodiversità.

E proprio una testimonianza di tale ricchezza è riflessa da quanto emerso dai risultati dello studio organizzato dal Gruppo Species e che ha coinvolto complessivamente i sei autori del libro (Martino Danielli, Daniele Cavazzoni, Filippo Ceccolini, Serena Conforte, Taslima Gosani, Isabella Minder). Attraverso censimenti effettuati nel corso di un intero anno in modo da coprire sia la stagione invernale che quella primaverile-estiva (e dunque in grado di cogliere la presenza sia delle specie stanziali che di quelle migratrici svernanti o estivanti), sono state rilevate ben 77 specie di uccelli, tra cui alcune anche poco comuni nel territorio senese e di interesse conservazionistico, spaziando da specie più prettamente acquatiche come alcuni aironi, il Germano reale, il bellissimo Martin pescatore o il caratteristico Merlo acquaiolo, ad altre boschive, come tanti piccoli passeriformi, fino a maestosi rapaci, come l’imponente Biancone.

Questo libro è stato realizzato anche grazie al contributo per la stampa fornito dal Chianti General Service Società Cooperativa e dal Parco Sculture del Chianti e grazie al supporto del Gruppo Archeologico Salingolpe. Ma in generale l’intero studio che ne ha portato alla realizzazione non sarebbe stato possibile senza la copertura finanziaria fornita dai proprietari del castello di San Polo in Rosso, che hanno mostrato una ammirabile sensibilità verso il territorio chiantigiano in tutti gli aspetti, sia storico culturali che naturalistici. L’auspicio è che tale sensibilità possa ispirare anche le istituzioni sotto le quali si sviluppa l’area indagata, stimolandole a riflettere, anche in considerazione dei risultati mostrati nel libro, sull’opportunità di tutelare al meglio questa piccola gemma naturalistica e culturale inserita nel contesto chiantigiano.