di Silvia Ammavuta.
Articolo tratto da “Diari Toscani”
Il 31 maggio, nel giorno della festa della Visitazione della Beata Vergine Maria, Diari Toscani incontra a San Vincenti, Patrizia Odorici, nipote di Odorico Odorici. Nato a Siena, visse fin dalla più tenera età in questo piccolo borgo, affidato alla famiglia Bondi, nella quale fu accolto e cresciuto come un figlio, insieme ai figli della coppia, due maschi e una femmina. La storia di Odorico è ricca di avvenimenti: durante la Grande Guerra, partì per il fronte con i fratellastri, fu il solo a fare ritorno a casa; a seguito di questo doloroso lutto si impegnò nella creazione del Parco della Rimembranza, che si trova all’esterno dell’abside della Pieve di San Vincenti, in memoria di tutti i giovani del borgo caduti in guerra. “Fu un uomo generoso e sempre pronto a prestare soccorso, come fu per il terremoto del 1908 a Messina. La sua sensibilità e il contatto con le sofferenze, che nel corso della vita non erano mancate, lo avvicinarono alla preghiera e in particolar modo alla devozione per la Madonna di Loreto.” Ha detto Patrizia Odorici. E della Pieve, risalente all’VIII° secolo, fu diacono.
La Madonnina, oggetto di devozione di Odorico, risale al 1700, è alta 38 centimetri ed è custodita in una teca in noce e vetro di epoca Neoclassica. “La Madonnina, che gli fu donata dalla madre naturale, Celestina, ha un abito damascato in seta, rifinito con pizzo e bordatura in filigrana d’argento, i capelli sono veri, come quelli del Bambino Gesù che tiene in braccio, la corona è in lamina d’argento e al collo ha una collana in corallo con il piccolo pendente rotondo” dice Patrizia, indicandomi la statuina, che si chiama agghindata e che è stata ereditata dalle nipoti, le quattro sorelle Odorici: Patrizia, Daniela, Loriana ed Elisabetta e, per loro volere, restaurata dalle suore Benedettine di Santa Maria di Rosano, località in provincia di Firenze, dal Maestro Marco Agnolicci e dalla dottoressa Stefania Bracci. “Tengo a precisare che è stata mia sorella Daniela, la ‘tessitrice’ di tutto questo, è lei che ha contattato Anna Soldani; ha trovato il restauratore e le testimonianze. Io sono la ‘portavoce’, oltre a conservare alcuni ricordi: questa Vergine era oggetto di preghiere da parte di mio nonno che rimase vedovo molto giovane. Quando, ormai vecchio, venne ad abitare da noi in Montevarchi, dove io sono nata, a differenza delle mie sorelle che sono nate qui, la notte recitava queste preghiere. Il suo Ave Maria risuonava nel silenzio, noi lo invitavamo a dormire: “Nonno dormite – gli davamo del voi –, per favore dormite.” Ma lui continuava a pregare lo stesso.
Quando il nonno venne a mancare ed ereditammo questa statuina della Madonna sentimmo forte il desiderio di ridare ‘voce’ a lei, e alla devozione che mio nonno aveva nei suoi confronti; a tutti i defunti che abbiamo in San Vincenti; e a tutti i defunti delle famiglie che vivevano qui. Ho dei ricordi di quando bambina venivo a passare l’estate da mio nonno e il senso di appartenenza che legava tutte le famiglie che si aiutavano e si supportavano, sia che fosse la raccolta delle olive o in altre occasioni. Queste famiglie le conosciamo benissimo”.
Su richiesta delle sorelle Odorici, Monsignor Alvaro Bardelli ha accolto di buon cuore il loro desiderio di celebrare una messa proprio nel giorno in cui Maria si reca da sua cugina Elisabetta, ed entrambe riconoscono che la Vergine è portatrice della Luce, la ‘luce del mondo.’ Insieme a Monsignor Alvaro Bardelli, ad officiare la messa era presente anche Don Damiano Silva, parroco delle chiesa di San Sigismondo a Gaiole in Chianti. La festa ricorda la fede e la gioia di Maria nel sapere di portare in grembo il Messia, e la sua immediata risposta ad accogliere il volere divino. Grazie all’interessamento della socia Anna Soldani, in questa giornata speciale, l’Associazione Radici in Chianti,particolarmente sensibile alla storia del territorio, e volta alla condivisione di essa, ha desiderato rendersi partecipe per ritrovare e fare emergere le connessioni, le radici, che sono nutrimento per la comunità. “Le nostre radici sono state oggi celebrate, sono emerse, e le abbiamo condivise, la presenza del vicesindaco e assessore alla cultura di Gaiole, Emanuele Giunti, è stata un’ulteriore conferma di quanto condividere sia importante, – ha detto Patrizia –, e la numerosa presenza di tanti bambini è stata una gioia per noi sorelle perché essi sono la speranza. Anche il contributo di Radici in Chianti per alla realizzazione di questa giornata speciale, non solo organizzando un buffet, occasione di scambio e conoscenza tra tutti i partecipanti, è stato importante in quanto supporto affinché i valori che ci arrivano dai nostri avi possa avere un’eco maggiore. Vogliamo vedere in questa associazione la trasmissione di un futuro fatto di valori, di speranze e di esempi.” Per desiderio delle sorelle Odorici, la Madonnina agghindata sarà donata al Museo Origo di Gaiole in Chianti al fine di renderla visibile alla comunità: un passo verso la condivisione di un altro pezzetto di storia per riscoprire le radici di essa.